martedì 27 settembre 2016

Galassia interiore


Che bello osservare il cielo stellato!
...Chi lo osserva più, al giorno d'oggi, il cielo di notte? Pochi, pochissimi, quasi nessuno. Peccato.
Tutti intabarrati in casa davanti a quegli schermi o troppo illuminati tra le vie del cuore delle città, ci perdiamo uno degli spettacoli più imponenti e intensi della natura, della nostra vita, che si ripete ogni giorno.
Qualcuno lo fa in occasione della famosa Notte di San Lorenzo e delle sue stelle cadenti - di cui non vi racconto la leggenda di stampo cattolico, altrimenti non ci andate più nemmeno in quell'occasione - sperando che una di quelle, essa da sola, realizzi uno dei suoi desideri. E purtroppo molti di coloro non sanno che un altro sciame di polveri celesti, altrettanto massiccio tanto quello di agosto, incrocia la Terra e la sua atmosfera agli inizi di dicembre, dando vita a uno spettacolo appunto altrettanto entusiasmante.
Per me invece, il fermarsi almeno qualche minuto a osservare le stelle, è un appuntamento che si ripete - che voglio si ripeta - almeno da venti anni a questa parte e, ancor di più nell'ultima decade.
Non c'è nulla che mi distende e mi rasserena come l'osservare il cielo stellato.
Guardare la grandiosità di quegli innumerevoli puntini luminosi, individuarne le figure che compongono, rimanere a fissarne uno, catturato dal suo luccichio, come fossi un bambino nella culla coi suoi giochini appesi sopra il cuscino.
In queste sere, poi, è davvero stupendo. Esco a metter fuori il bidone per la raccolta differenziata per l'indomani e non rientrerei più. Esco con la testa piena di pensieri, che prendono il volo qualche secondo dopo per andare a perdersi tra le polveri interstellari e non tornare qui giù.
Quattro sono i nemici dell'astrofilo ovvero, più prosaicamente, dell'osservatore di stelle: la luce, le nuvole, il freddo e le zanzare. Ebbene, chi è fuggito dalla città e non abita nel suo hinterland, il primo problema dovrebbe non dico averlo risolto ma quanto meno averlo notevolmente ridotto. Giornate di alta pressione di fine settembre come queste poi pensano loro invece a risolvere gli altri tre: cielo terso, temperatura gradevolissima, zanzare inesistenti. La perfezione.
Ed eccomi lì, davanti all'infinito a ritrovarmi nel mio infinito: dalle galassie del cielo profondo alla galassia interiore.
Tramonta il Triangolo Estivo, di Deneb, Vega e Altair e sorgono le costellazioni autunnali. La Stella Polare presidia il tutto, accompagnata dal Carro e da Cassiopea. perno del grande Mulino di ancestrale memoria, retaggio dei tempi in cui un'occhiata in più al cielo la si dava.
Il cielo stellato è di tutti e per tutti.
Ci lega gli uni agli altri più di quanto pensiamo. E' l'unico elemento naturale che ci accompagna inalterato per tutta la nostra vita, dal momento in cui apriamo gli occhi a quello in cui li chiudiamo (abbiamo imparato, purtroppo anche sulla pelle di qualcuno, che pure le caparbie montagne si sgretolano o si spostano) ed è elemento che condividiamo con chi ci ha preceduto, per diverse generazioni, e con chi ci seguirà, per altrettante. Nonché con chi abita, più o meno, alle nostre latitudini, anche se fosse letteralmente dall'altra parte del mondo.
Personalmente la trovo una cosa grandiosa, che non manco mai di sottolineare nelle escursioni o negli incontri didattici in cui si parla del cielo.
E così, tra un fruscio nell'erba (sarà il riccio o il rospo?), il frinire delicato e armonico dei grilli nei campi accompagnato dall'ululato dell'allocco dal bosco, e la civetta che mi sorprende e mi avverte di essere a caccia proprio sui rami dell'albero qui vicino, mi ritrovo, occhi al cielo, sotto la Via Lattea, la nostra galassia, a danzare leggero col pensiero tra quelle migliaia di puntini luminosi che in un attimo diventano i legami, passati presenti e futuri, che, definitivamente, si ricongiungono, disegni dell'Universo, brillanti e indelebili costellazioni nella mia galassia interiore.

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