mercoledì 11 ottobre 2017

Marinaio


Campo scuola - Scuola Vela Mal di Mare - 02-06.10.2017

Ho avuto l'occasione, nei giorni scorsi, di realizzare un altro desiderio. La "chiusura del cerchio".
E poiché il desiderio era reale, profondo e sincero, come accade in questi casi, si è realizzato al massimo delle sue possibilità.

Gli amori a prima vista ti prendono all'improvviso, quando e come non ti aspetti.
Ti scombussolano la vita e ti costringono a confrontarti con Te stesso e quanto hai vissuto e costruito fino a quel momento.
A mettere da parte le certezze conquistate. Rimescolano tutto, dentro.
Non puoi non viverli. Non ci riesci.
Sono gli amori veri. I più forti e i più duraturi.
Ti svuotano e ti riempiono allo stesso tempo.
E te li porti dietro per sempre.

Così è stato, qualche anno fa.
Sette, per la precisione.
La Vela.
Il Mare, con la emme maiuscola.
E il vento.
Una volta incontrati, non li dimentichi più.

Su questo pianeta che si chiama Terra e che invece, a rigore, dovrebbe chiamarsi Mare, dopo aver assaporato il fascino dell'altura, della navigazione come viaggio (coprendo pure un bel po' di miglia), come spostamento da un'isola all'altra, oggi so che l'avventurarci per mare in navigazione è stata una conquista dell'ego dell'uomo, e non della sua parte più nobile, per scappare dagli affanni e dalle sue paure in terra.
Finché si gioca un po' col vento e con le onde nei pressi della riva bene, ma prendere il largo, con annesso desiderio di conquista, per noi animali - oggi - di terraferma, ha comportato pian piano l'asservimento di quella che è la culla della vita e della biodiversità alle nostre esigenze di terrestri, fino a ridurla all'attuale pattumiera di ogni nostro singolo capriccio.

Così, ho abbracciato in pieno la mission della Scuola Vela "Mal di Mare": "prendersi cura di sé e degli altri attraverso il mare".
In fondo, lo faccio da anni, nel mio, a terra.
Una scuola di vela esclusivamente per ragazzi, che ha messo da parte l'altura e i viaggi per anni svolti, e che ha fatto e fa della vela uno strumento di inclusione sociale, di cooperazione, di acquisizione di consapevolezza, di crescita. Di Amicizia.
Realizzando anche il progetto "La cura del vento".
Un campo scuola, dunque, per quattro classi di prima superiore di un liceo di Roma, a scuola appena cominciata, per stimolare attraverso il mare, il vento e la vela, lo sbocciare di un gruppo che poi crescerà insieme, i prossimi cinque anni. Senza dubbio indimenticabili per il resto della vita, come lo sono stati per tutti noi.
Non potevo non esserci.

Ho imparato molte cose, in questi giorni, in cui ho avuto, per una volta, il privilegio di non rivestire un ruolo da protagonista.
Sono tornato al Mare. Dentro.
E ancora non avevo svelato al gruppo che sono una Guida Escursionistica, quando E. ha ringraziato esplicitamente "il marinaio Riccardo" sul suo diario giornaliero di bordo, per averle indicato, una sera, a terra, le stelle.

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